Le Marche sono l’unica regione con il nome al plurale derivante dal suo assetto feudale. Si estende tra la dorsale appenninica ed il mare Adriatico presentando aspetti geomorfologici e paesaggistici di grande varietà. Si va dall’ambiente dell’alta montagna appenninica alle lunghe spiagge del litorale adriatico attraverso una distesa collinare. |
La costa
L’andamento della costa misura oltre 160 km e comprende ambienti di diversa natura. Da Porto d’Ascoli al promontorio del Conero va da sud-sud est/ nord- nord ovest mentre ad Ancona subisce una variazione. Il nome Ancona , forse derivante dal greco Ankon ( gomito ) sta ad indicare proprio questo mutamento di direzione del litorale. Partendo dal settore meridionale si incontra la verde riviera Picena con spiagge prevalentemente sabbiose con alcuni tratti ghiaiosi. All’interno c’è una lussureggiante vegetazione con diverse essenze tropicali, subtropicali e mediterranee come palmizi, oleandri, agavi e qualche pianta di agrumi. Da Cupramarittima a Numana le spiagge hanno lunghe arenili con l’alternanza di tratti con ghiaia come tra Marina Palmense e Porto San Giorgio e tratti con scogli come la costa di Pedaso. Ai margini della spiaggia , a volte , si estendono vaste pinete con pini mediterranei come a Porto Recanati. Tra Porto Sant’Elpidio e Numana il paesaggio si distingue per una maggiore dolcezza e regolarità dell’andamento del terreno. Il litorale tra Numana ed Ancona presenta un eccezionale interesse dal punto di vista naturalistico. Questo tratto di costa è dominato dal monte Conero che si rispecchia nelle acque smeraldine della sua splendida riviera. Molto scenografico è Sirolo poichè sorge alla sommità di un poggio roccioso a picco sul mare. Poi si giunge nella baia di Portonovo delimitata a sud dallo stesso promontorio e a nord dal “Trave”, una scogliera naturale che affiora dall’acqua per circa 600 m, e poi sotto il pelo dell’acqua, per altri 400 m. Le acque sono eccezionalmente pulite e cristalline per la natura dei fondali e per la totale assenza di scarichi urbani ed industriali. Le acque assumono una tonalità tra il verde e l’azzurro nella località denominata “Due Sorelle” situata nella punta orientale del Conero. Questa zona è un paradiso per la pesca subacquea. Fino ad Ancona l’andamento costiero è del tutto analogo con ripide scogliere che corrono a ridosso della battigia, assumendo uno sviluppo pressochè verticale. Subito dopo iniziano gli ampi lidi sabbiosi, piatti e lineari sino a Fano. Qui la costa è bassa con acque tranquille e morbidi tappeti sabbiosi come quelli di Senigallia, la nota ‘spiaggia di velluto’, e poi di Marzocca, Marotta e Fano. A Marotta inizia la ‘Riviera delle colline’ che giunge fino a Gabicce Mare. Pesaro è racchiusa tra due alture a strapiombo sul mare, il colle Ardizio e il colle San Bartolo. Dopo Pesaro si ha un promontorio altamente suggestivo. L’ultimo centro costiero marchigiano è Gabicce Mare nota come la ‘Capri dell’Adriatico’.
Il dolce paesaggio collinare
Il paesaggio collinare interessa il 53% del territorio ed è un tratto inconfondibile di questa terra. Alla sommità dei colli sorgono le ‘città balcone’ arroccate da secoli e testimoni della storia. Recanati, Urbino, Fermo, Camerino, Cingoli, Osimo, San Ginesio, Macerata, Loreto sono alcune delle più belle ‘città belvedere’. Nel Montefeltro, ai confini con la Toscana e la Romagna, prevale un ambiente aspro con scoscesi speroni rocciosi e giganteschi contrafforti di pietra come quelli su cui sono aggrappati San Leo e la Repubblica di San Marino. Nella punta meridionale dell’Ascolano, a ridosso del confine con l’Abruzzo, il terreno si increspa con maggior decisione, i pendii più ripidi e gli stacchi tra collina e pianura diventano più netti.
La montagna
Il territorio montano interessa il 36% dell’intera superficie regionale. Con andamento quasi parallelo alla dorsale principale si sviluppano rilievi che delimitano subregioni appenniniche. Un esempio è la conca di Camerino che va dai Sibillini fino al Catria. La dorsale principale inizia, a sud, con le cime del gruppo della Laga e poi con la catena dei Sibillini. A nord con i monti Fema, Cavallo, Pennino, Cucco, Catria, Nerone, Carpegna e si riallaccia all’Appenino tosco-emiliano. Un altro segmento verso oriente comprende i monti Fiegni, Letegge, San Vicino e più a nord i monti Pietralata e Paganuccio che formano la selvaggia gola del Furlo.